lunedì 20 febbraio 2012

IL FUOCO SCRIVE LA VITA CHE PASSA. MaxSolinas

MaxSolinas- Modella Verde bronzo
martedì 21. ... lo sguardo scorre. Vedo decine di libri e carte in disordine affollare la panca di legno davanti a me. Una voce fuori campo mi chiede di riordinarla, e mi fa notare che la panca è nata per ben altri usi. E' una voce forte e non autoritaria, e mi sa che l'accontenterò.
   A fianco il camino trattiene un vitale fuoco, lasciando uscire il calore ed il colore. Che film guardare il fuoco di legna che brucia! Mille fiamme in un solo fotogramma ed una diversa dall'altra, con colori che spaziano coraggiosi dal rosso al nero, passando per tutte le tonalità dell'azzurro. Prendono forme incredibili e fantastiche, allungate verso l'alto, come se una forza misteriosa le chiamasse. IL FUOCO SCRIVE LA VITA CHE PASSA. 
   Che calore diverso in questa stanza! E' ormai una vita che mi scaldo in casa utilizzando esclusivamente il legno. E non di qualsiasi tipo. Carpino nero e bianco, faggio e gli scarti del mio lavoro: noce, cirmolo, cedro e un pò di olmo. Gli alberi mi aiutano non solo nel mio lavoro e nel cuore, ma anche a scaldarmi. Cosa importante per lavorare ed amare bene.
    Le immagini scorrono attraverso gli occhi, fino alla rètina retrostante. Vedo maschere lignee africane reduci di viaggi, con sguardi arcaici e severi, cornici con disegni di sculture fatte. Un vecchio seggiolone di legno e paglia, ormai consunto ed inutilizzabile per poter ancora ospitare i culi delle persone, (chissà quanti ne avrà soppesati), tra le due finestre.
    Ora la sua paglia è diventata dimora della borsetta di Lei, e di fogli sparsi, e del guinzaglio del mio cane Fritz, tra l'altro mai usato, il guinzaglio! 
   E poi sculture, che sono il mio lavoro, se di lavoro si può parlare.
   Una foto stampata su tela, con cornice di larice antico, tarlato, ossidato e consumato da cento e forse più anni di sole, neve, pioggia. Tavole di tabià montani, dove il fieno trova riparo nei nevosi inverni.
   Faccio una torsione sul busto ... e vedo la testa di gesso, regalo dell'amico Ugo, abile restauratore e re del Barco Mocenigo di Castello di Godego.
   Mi guarda severo con occhi fulgidi da cabotiere, barba, baffi e bandana che separa la fronte corrucciata e venata dai capelli pettinati come flutti di un mare in burrasca. I miei occhi vengono attratti e la testa ruota s destra , ad ammirare per l'ennesima volta un portale ligneo che troneggia sopra lo stipite dell aporta della cucina. L'ho preso a Suzhou, a novembre, in quello splendido paese cinese vicino a Shanghai. Questo incantevole paesaggio è appoggiato su un acquitrino  e attraversato da canali d'acqua così torbida che sembra fango.  la chiamano la venezia della cina, forse perché Venezia proprio non l'han mai vista veramente, magari al tramonto di aprile, dall'alto di un altana su Canal Grande, quando il cielo sembra di fuoco e l'acqua del Bacino di San marco argento fuso.
   Il legno del portale cinese è intagliato con maestria ed attenzione, e i riccioli e le figure rappresentate evocano il silenzio e la saggezza. La stessa che mi torna in mente pensando all'atmosfera di quel paese e delle sue genti, umili e rispettose, che vivono in case semplici, in equilibrio in una palude di acqua ferma. In contrasto a questa visione, c'è un enorme santuario con grandi porte sempre aperte, centinaio di incensi a profumare l'aria, e adornato di statue giganti d'or. Meraviglioso!
    dalla parte opposta, quasi a segnare un polo della bussola, sopra una mensola, ci sono i due bonsai, artifizi dell'uomo orientale. Mi piace averne cura. Di fianco un vaso indio-peruviano in terracotta decorata accoglie il mio tesoro di venti, quaranta collane di varie provenienze.
   A fianco una Bibbia intonsa, comprata usata a Milano in una vecchia libreria sul Naviglio.
   Il Naviglio, Vicolo dei Lavandai, solo a nominarlo mi evoca la famiglia Aldo e Luisa Cortina. E poi i figli Raffaello, Tiziana e Michela. Proprio in fondo al vicolo hanno uno spazio splendido, dove espongono da anni le mie sculture. E questo grazie a loro.
    Ma torniamo alla Bibbia. Sta maturando il tempo in cui la leggerò. Sento crescere il desiderio. Ora è aperta a pagina 352, il titolo è "L'uomo e la donna". Le pagine sono sbeccottate dai due pappagallini che volano in casa. Son così intelligenti ed attratti dalle pagine dei libri in casa che li abbiamo chiamati Zichichi e Rubia. Sono gli scienziati di casa. La Bibbia è posata su un leggio ligneo molto vecchio, raccattato in qualche discarica. E' bastato ripulirlo per farlo tornare a brillare di luce propria, la stessa che un bravo ebanista, tanti anni or sono, volle dargli.
    E poi il tavolo, non vecchio ma consumato, su cui si svolge quasi tutta la mia vita. Ha solo tre posti, e me lo ha fatto un amico falegname. Alto come il bancone del bar, puoi stare seduto sugli sgabelli a scrivere o mangiare, o in piedi appoggiato con il gomito, con il bicchiere in mano a discorrere. Fantastico! Dalla mia parte è già consumato. Il legno di abete ha ceduto alle mie lusinghe giornaliere.  Ci tengo al mio tavolo, e fa già parte della famiglia. Qui sopra ci ho fatto di tutto, o quasi. E c'è ancora vita! 
    Appoggiata al muro sovrastante c'è la piccola libreria con i libri già letti e riletti. Sono la selezione di quelli che amo. Mi piace averli vicino tutte le volte che staziono sul mio tavolo a mangiare, pensare, guardare il mondo da dentro, parlare e sognare ad occhi aperti in silenzio.
    E parlando di sogni e di libri, mi viene in mente che tra i tanti sogni adolescenziali, c'era quello di diventare scrittore. Ma non solo questo sogno facevo, e tanti ne ho realizzati! Presuntuoso? Non credo, è che i miei sogni son stati e sono semplici, umili, non troppo ambiziosi, raggiungibili. E' un trucco. Non viglio fare programmi irrealizzabili. Perché voglio essere felice e rendermi la vita più leggera possibile. Mi considero una persona semplice che sogna sempre più d'essere una persona semplice.
   E poi ho imparato a sognare ad occhi aperti. Mi piace ricordare la frase di T.H. Lawrence da "I sette pilastri della saggezza": "Quelli che sognano di giorno, son uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere sogni ad occhi aperti, e far si che si avverino". ....  continua...

    Che oggi sia per questa Terra ed i suoi abitanti animali e non, una Grande Giornata. Buona Continuazione MaxS

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