giovedì 16 febbraio 2012

Un libro tutto di un fiato! Tra Alberi Lupi e uomini.

Venerdi 17 febb ore 6,30.
Ancora alba e ancora libro aperto. acceso camino che gia da un'ora baruffa con il freddo della stanza, sta vincendo, e il suo calore mi permette di scrivere a computer con le dita che cominciano a riscaldarsi. Il caffè stamane si è raffreddato in pochi secondi, ma è stato un bel risveglio! non mi piace coricarmi dormire, ma amo svegliarmi, sia che abbia dormito tanto o solo un'ora, e in qualunque situazione e temperatura: ho dormito in macchina sui passi dolomitici aspettando l'alba per scalare, tantissime notti disteso sull'erba appoggiato ad un albero, tra rumori assordanti di foreste da conoscere , e quante volte appeso ad una corda fissata ad un chiodo nella roccia, in pareti urlanti di freddo, solitudine, selvaggio silenzio apparentemente sterile, ma sicuramente violento. In confronto il mio letto invernale con (questo inverno) fino a 6 gradi di freddo sembra una suite del Gran Palace Hotel di Abu Dhabi.
Adesso ci son 11 gradi, e si sta bene, non di certo ignudi, ma è una buona temperatura per pensare, scrivere, vivere e sognare.
ma ecco il resto della prefazione del libro, magistralmente scritta da Luca Delmedico (tutt'attaccato!)

     Un giorno di giugno arriva al sottoscritto una delle consuete lettere in questione. la prima reazione è quella che ho scritto all'inizio, penso tra me di dovergli dire prima  o poi: "Modernizzati".
Po lascio la lettera in auto, sperando di trovare il tempo giusto per leggerla. Perchè per lui non ci vuole solo tempo, ma anche quello giusto. Anche se, onestamente, come dice sempre lui, MaxSolinas ti aiuta con quel che scrive e scolpisce a trasformare il tempo in tempo giusto.
  Ed il momento adatto è davanti alla pizzeria del paese, ad un chinotto, e ad un cielo nero e minaccioso, di ritorno dal solito viaggio di lavoro.
   In un quarto d'ora le pizze saranno pronte, ma saranno sufficienti per leggere?
Non è l solita lettera. In parte è scritta al computer, e c'è scritto: titolo del libro: In Silenzio tra gli Alberi, con MaxSolinas 3163. Poi: Introduzione, eccetera.
   Capitolo 1: LA PROVA DEL NOVE, un cazzotto allo stomaco. un titolo sottilmente violento. Una sorta di ultimatum a se stesso, dato ancora prima di iniziare il libro. Come a simboleggiare la sua continua ricerca, la voglia di vedere se quel che si è poi trova un senso nella realtà. Il suo mettersi sempre in gioco, ma anche la forza di cambiare strada, o di difendere vigorosamente le sue convinzioni. Ci sono alcune righe, una di puntini. E poi MaxSolinas ricomincia a scrivere a penna, di pugno. La sua lettera è la lettera di un amico che non vedi da tempo, che ti scrive da lontano, e che ti aggiorna sulle novità. Che ti rende partecipe della sua naturale felicità, e che ti racconta che le cose vanno bene, e che certi eventi successi lo hanno infastidito, ma poi tutto è passato.
   E nel mentre, ti rendi conto di tanto aspetti. Primo fra tutti, ti ricordi che MaxSolinas non è un amico lontano, ma il tuo vicino di casa. E allora ti interroghi sul perchè di quella lettera. Ed intanto lui ti parla del suo libro. Ti chiede amichevolmente un consiglio su come pubblicarlo,, ti chiede se hai qualche aggancio, e finisce dicendo:"...te ne sarò grato". E quando lui dice così, puoi contarci. E' come un animale, non dimentica!"
   Mentre senti il sapore di una storia nuova ed attesa, lontana da te, ma a te così legata, all'improvviso ti dice: "ora vi lascio, torno alle mie montagne". A quel punto, la distanza è poco importante, e mentre te lo immagini con i bastoni da montagna affondare tra le "sue montagne" fai un sorriso e finisci di leggere la lettera, che ricomincia con righe scritte con il computer. "Pagina 180", la fine del libro. venti righe, ed un bel "Fine" centrato nella riga.
  Possiamo dire che la cosa ha un che di insolito. Però fa bene, e ti fa sentire meglio uscire da certi schemi. Non per trovare o provare qualcosa di nuovo, ma piuttosto per vedere se, in fondo, lòo schema esista davvero.
    la lettera di MaxSolinas datata giugno 2007 ha lo stesso sapore del suo libro. Peer prima cosa ti rivela subito la fine per sottolineare che non è importante dove  si è arrivati, ma come.
    E' un percorso aperto, anzi solo un segnento. Sai che la vita continuerà, (infatti MaxSolinas è ancora vivo...) e che non ha senso tirare le somme finchè la faccenda è in corso d'opera. In un colpo di spugna ti ha levato il privilegio fdi giudicare te stesso,  e quel che sei riuscito a fare. Ha tolto l'importanza all'atto del fare a vantaggio del godere del fare, ha annullato le distanze tra l'inizio e la fine.
    Perchè la vita non è fatta a capitoli, sebbene ci sforziamo ogni giorno, per comodità, di demarcare delle fasi ben distinte: la vita è la Vita!
    Ah, che leggerezza! Che trasparenza, che semplicità! Un viaggio attraverso il significato più vero delle cose, come l'atto di scrivere una lettera di pugno, per dar forza al contatto tra due pensieri, e ravvivare l'umanità delle sensazioni.
   Sarà ben chiaro a tutti, dopo, perchè MaxSolinas abbia tanto Amore  per la Natura, e perchè, quasi ossessivamente, la ricerchi nelle sue azioni e nelle sue sculture.
   E se imparassimo a leggere le persone e ad avere tempo per farlo, forse ci stupiremmo molto meno del'apparenza di questo artista.
MaxSolinas Luca Delmedico Francesco Gherlenda
    Chi è alla ricerca di astrazione, di barocchismo, di concetti filosofici, di metafore incomprensibili, di rimandi storici, di escatologia dell scultura e della vita, lasci perdere questo volume: questo libro è per la gente semplice.
   O per chi vorrebbe tornare ad essere Semplice.
                                             
                                                                                                         Luca Delmedico


   Fantastico cuore mente anima e corpo, riesco ancora ad emozionarmi. Grazie Luca.

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